"Il segreto è fare tutto come se vedessi solo il Sole. Elisa"

lunedì 8 giugno 2009

GF Damiano Cunego

Visto che la Carnia è stata annullata, ho deciso all’ultimo momento di prende parte a questa gara.
Sono partito in fondo alla griglia, praticamente con i cicloturisti. Diciamo quasi per scelta, visto che non mi interessava assolutamente la classifica, ma sono venuto solo per fare un buon allenamento in vista della Pantani. Volevo verificare la mia condizione, sopratutto riportare il livello di autostima ai livelli normali dopo la debacle della Nove Colli. Per fortuna le risposte sono state ottime, sopratutto la tenuta sulla distanza, e mi sembrava che alla fine di avere ancora benzina: in pratica è stata una cronometro individuale di 150km!
Pronti via, ci sono voluti circa 12 minuti per raggiungere la partenza. Quindi una volta fuori dalla caserma, ho iniziato il lento recupero. Lento perché la gara è lunga e non mi sembrava il caso di sprecare troppe energie, per risalire posizioni, visto il flusso di ciclisti era già bello frammentato in vari gruppetti. Quindi ogni tanto chiudevo io, altre volte approfittavo di qualche scia (non molte in verità)
Siccome ho avuto la brillante idea di mettermi i copri scarpe, se pur leggeri, mi stavano cuocendo i piedi, ho dovuto fare un’operazione per toglierli, sfruttando dei tratti di strada a favore.
Veniamo alle salite: sulla prima c’è un traffico bestiale, la strada a volte è strettina, e sono costretto a continui rilanci, e avanzare regolari è impossibile. Mi torna alla mente il mortirolo del 2007 quando mi sono massacrato le gambe a furia di scattini vari. Non vedo l’ora di superare il bivio lungo-medio, così non ci sarà più nessuno, e avrò un’effettiva percezione del mio avanzare.
Arrivati in cima, ci sono una continua serie di saliscendi: anche qui in qualche caso sono riuscito a sfruttare la scia di qualcuno in piano o discesa, ma che poi purtroppo non aveva il mio passo in salita. Ovviamente in questa fase ne approfitto per alimentarmi.
Come era facilmente prevedile al bivio spariscono quasi tutti.
La seconda salita, la più difficile, si snoda in una stradaccia, con pendenze interessanti. Inizio con un gruppetto, e scollinerò insieme ad un altro, qui almeno riesco andare del mio passo; così come poi su tutte le salite. Ogni volta che la strada sale, riesco a guadagnare posizioni, anche più di quello che avrei immaginato, perché l’obiettivo era si salire forte, ma in agilità, cercando di salvare la gamba.
Ad un certo punto inizia anche a piovigginare, sulla discesa di Sprea e inizio della quarta salita. Ma dura poco per fortuna, e in discesa resto nel gruppetto senza prendere rischi.
Devo dire che anche le discese sono divertenti, e belle… mi è piaciuto sopratto quella che Bettola porta fino ai piedi dell’ultima asperità.
Anche su questa salita ne ho ancora, e ogni tanto approfitto per fare qualche piccola accelerazione. Arrivo in cima abbastanza velocemente, e qui verrò raggiunto da un paio di ragazzi (di cui ne conosco uno). Qui ho avuto qualche primo segno di stanchezza, perché la discesa non iniziava subito, e nei vari saliscendi non riuscivo a rientrare in un gruppetto che avevo davanti. Però recuperato quell’attimo sono agilmente rientrato. E’ Con questo gruppetto poi sono arrivato, dopo 6.02 ufficiali (5h 49’ effettivi)


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